
La terra ha tremato forte la notte dello scorso 24 agosto. L’Italia era ancora in ferie. Qualcuno aveva scelto di impiegare le vacanze per scoprire Amatrice, Arquata del Tronto, Accumoli, Pescara del Tronto e le tante frazioni di quella splendida porzione di territorio dell’Italia centrale. Qualcun altro era tornato nei luoghi d’origine per trascorrere qualche giorno insieme a genitori e nonni. In quest’intreccio di storie, c’è anche quella di chi aveva scelto di vivere a Amatrice per dimenticare un altro terremoto al quale era sopravvissuto e che quella notte nel crollo dei palazzi ha perso la figlioletta di pochi mesi. E poi c’era chi in quei paesi viveva da sempre, e lì immaginava il proprio futuro. Tra loro (a oggi, 6 settembre) ci sono anche tre nostri Soci della Sezione di Amatrice la cui vita si è spenta quella notte. Andrea aveva 29 anni. Era molto attivo nella tutela dell’ambiente montano e curava l’Orto Botanico dei Monti della Laga a Preta, una frazione di Amatrice; Rocco è stato uno dei soci fondatori della Sezione di Amatrice. Insieme a loro ci hanno lasciato anche due giovanissimi soci, Emanuel e Caterina, entrambi iscritti all’alpinismo giovanile. Un dolore atroce per i famigliari, per la Sezione di Amatrice e per tutto il CAI. Altrettanto forte è quello che proviamo per tutte le vittime del sisma. Siamo e continueremo a essere vicini alle famiglie delle vittime e a tutta la popolazione. Come sempre, il CAI ha reagito con prontezza a questa ulteriore tragedia italiana. Il Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico del CAI è stato tra i primissimi a giungere sul posto e a prestare soccorso alla popolazione (dell’operato del CNSAS ce ne par- la nelle prossime pagine il suo presidente Maurizio Dellantonio). Sin da subito è stata inoltre chiara la necessità di quei territori di disporre di risorse economiche. Il presidente generale Vincenzo Torti, di concerto con il Comitato Direttivo Centrale, con una delibera d’urgenza ha immediatamente stanziato cinquantamila euro per le popolazioni di Lazio e Marche, accogliendo la richiesta di disponibilità di fondi per la ricostruzione che giungeva dai nostri rappresentanti di Lazio, Marche, Abruzzo e Umbria. Va sottolineato che i presidenti dei gruppi regionali hanno evidenziato che la priorità era destinare le prime risorse alle due aree più colpite (Marche e Lazio). Questo primo stanziamento verrà utilizzato secondo le priorità emergenziali che saranno valutate direttamente dai due Gruppi regionali interessati. É inoltre stata avviata la raccolta fondi “Il CAI per il sisma dell’Italia centrale (Lazio, Marche e Umbria)”, a tutti va il mio invito a contribuire. Il dolore per le vittime fa prepotentemente riemergere la riflessione sulle cause. Non è il terremoto, fenomeno naturale, a essere assassino così come non lo è la montagna quando un alpinista perde la vita mentre scala una parete. Noi lo sappiamo bene. Nel nostro Paese, la causa principale delle troppe vittime di terremoti, alluvioni e frane ha sempre a che vedere con l’opera dell’uomo. E soprattutto con l’incuria, con il non rispetto delle norme, con i finti adeguamenti antisismici degli edifici, con la politica che guarda prevalentemente al presente, con la cultura del denaro facile, con la malavita e con pochi investimenti nella prevenzione strutturale e ancor meno, se non inesistenti, in quella non strutturale. Nel nostro Paese si fa pochissima comunicazione del rischio. É invece fondamentale conoscere i rischi a cui siamo sottoposti nei luoghi in cui viviamo e aumentare la capacità individuale di auto-protezione. Credo che una grande associazione come il CAI, che fa par- te del sistema di protezione civile, oltre che contribuire con il costante operato del nostro CNSAS, con il grande slancio solidale, con la vicinanza nel tempo alle popolazioni colpite e con le attività di protezione ambientale debba fare un passo in più, partendo da tutta la stampa sociale, e fare comunicazione del rischio. Per esempio si potrebbero organizzare nelle Sezioni momenti aperti a soci e non soci, durante i quali volontari di protezione civile appositamente formati allo scopo, fanno informazione e formazione sui diversi rischi e sui comportamenti corretti in caso di emergenza. In questo modo potremo contribuire ancor meglio a costruire un’Italia resiliente.
Peak & Tip, Montagne360 ottobre 2016